ENPAF: DISOCCUPAZIONE E ABERRAZIONE

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UNA TESTIMONIANZA DELLE IRRAGIONEVOLI DIFFICOLTA’ CHE ENPAF PROVOCA AI FARMACISTI DISOCCUPATI

Salve a tutti, sono una farmacista dipendente, e vorrei raccontare la mia storia con ENPAF.

Mi laureo nel 2006 e mi abilito nel Giugno del 2007.

Mi iscrivo all’Ordine dei Farmacisti con l’intenzione di essere subito disponibile a lavorare come farmacista e d’ufficio vengo iscritta al nostro ente di previdenza ENPAF.

2007-2011: per 5 anni resto inoccupata ma sempre fiduciosa di trovare lavoro, e per questa ragione rimango iscritta all’Albo dei Farmacisti. Mi viene consigliato di pagare per 5 anni consecutivi il contributo ridotto all’85% (cioè 700 euro all’anno) e non quello di solidarietà, al fine di avere un ritorno previdenziale. In realtà apprenderò, più tardi, che mi sarebbero serviti comunque 30 anni di versamenti e 20 di esercizio per avere una piccola pensione…

Ho realizzato subito che mi stavano privando di una grande quantità di denaro che avrei potuto impiegare per la mia famiglia, le mie tre figlie ed il mutuo di casa.

Passati i fatidici 5 anni di disoccupazione, inizio una lotta contro il tempo, perché pur vivendo in una terra meravigliosa come la Sicilia, non riesco a trovare un lavoro da farmacista collaboratore.

2012: lavoro per qualche mese ma non supero i 6 mesi di occupazione e pertanto pago ad ENPAF 2200 euro.

2013: sono disoccupata e pago ad ENPAF 2.200 euro.

2014: trovo lavoro come informatore scientifico del farmaco con un contratto di procacciatore d’affari senza partita iva a provvigioni, ma ENPAF per quell’ anno mi considera libera professionista in quanto il contratto non specificava trattarsi di una prestazione subordinata e mi manda i bollettini con la quota intera (4.400 euro). Purtroppo non ho tutto quel denaro (del resto sono disoccupata da anni!), ma ENPAF pensa bene di riscuotere quella somma tramite Equitalia, e mi arriva una cartella esattoriale per gli anni 204-2015 di 8.800 euro (più sanzioni) da pagare entro 60 giorni.

Per l’anno 2015 presento domanda di riduzione per disoccupazione involontaria…alla fine pago ad ENPAF 6.186,10 euro.

2016 – 2018: lavoro per 6 mesi ed un giorno e quindi riesco a pagare il contributo di solidarietà da dipendente (189 euro).

2019: sono con l’acqua alla gola, perché se non trovo lavoro entro Giugno sarò costretta da ENPAF a pagare la quota al 50% (2200 euro) pur essendo disoccupata (con tre figlie e un mutuo da pagare, ribadisco).

Mi trovo di fronte a un bivio a questo punto: fare le valigie e partire in cerca di lavoro o cancellarmi dall’ordine definitivamente e non poter più esercitare la professione di farmacista tanto amata e ambita??

E’ pur vero che oramai siamo a Maggio e quindi non faccio più in tempo a cancellarmi perché anche un solo giorno d’iscrizione nell’anno solare mi costringerebbe a pagare la quota ENPAF intera…

E allora decido di inoltrare la mia disponibilità al lavoro a tutti gli ordini professionali d ’Italia e fortunatamente mi arriva una chiamata da Roma, proponendomi un contratto di sei mesi e una settimana: decido quindi di fare le valigie, lasciare la famiglia e partire alla volta di Roma.

Partirò a giorni, lasciando ai nonni le mie figlie, e portando con me solo ed esclusivamente un profondo senso di frustrazione per essermi dovuta separare dalla mia famiglia semplicemente per non dover regalare altri soldi ed ENPAF.

S.V. Farmacista per passione

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